Cosa sono le piastrelle rettificate e quando sceglierle

Oltre allo stile, al colore, al materiale e al formato, c’è un’altra variabile da considerare nella scelta delle piastrelle, sia per il pavimento che per il rivestimento delle pareti: le piastrelle con bordo “naturale” o “rettificato”. Le piastrelle rettificate sono una tipologia piuttosto diffusa, di cui spesso sentiamo parlare senza conoscerne il significato né la funzione o l’utilità concreta. La parola “rettificato” non deve essere fraintesa, perché non indica la presenza di un difetto ma, al contrario, definisce una lavorazione supplementare specifica a cui può essere sottoposto il materiale ceramico, in seguito alla quale la piastrella risulta rettificata, cioè più regolare.

Ma in che modo questa caratteristica influisce sulla nostra scelta? A questo proposito la questione fondamentale è l’ampiezza delle fughe: la piastrella rettificata è ideale se vogliamo che il nostro pavimento sia caratterizzato da fughe ridotte al minimo, come vedremo meglio e più dettagliatamente di seguito.

Piastrelle rettificate: cosa significa

Cosa significa, dunque, piastrella rettificata? La rettifica è un’operazione che riguarda i bordi della mattonella e per capirne la funzione bisogna tener presente che al termine del normale processo produttivo il perimetro della piastrella non è perfettamente squadrato e uniforme, ma presenta delle piccole irregolarità. Si tratta di imperfezioni impercettibili, che solo un occhio esperto riesce e individuare e tuttavia, come vedremo più avanti, influisce sulla posa del pavimento o del rivestimento a parete.

L’operazione di rettifica viene eseguita con una speciale fresa che “rifila” i bordi delle piastrelle per renderli esattamente lineari e perpendicolari fra loro. Di conseguenza, tutti gli spigoli e gli angoli risultano perfettamente retti. Le piastrelle rettificate, quindi, sono le piastrelle che sono state sottoposte a questo passaggio e presentano bordi perpendicolari e angoli retti. In questo senso la rettifica può essere considerata come una rifinitura, ecco perché è importante tenerne conto in fase di scelta.

I vantaggi di una piastrella rettificata

La piastrella rettificata, con i suoi bordi regolari e squadrati, presenta dei vantaggi relativi soprattutto alla possibilità di ridurre al minimo la larghezza delle fughe tra una piastrella e l’altra. I bordi delle piastrelle non rettificate possono presentare delle leggere curvature, e per “assorbire” questa irregolarità è necessario posarle con una fuga di almeno 3mm. L’ampiezza della fuga influisce sull’estetica complessiva del pavimento (o del rivestimento) creando una geometria precisa e chiaramente leggibile, caratterizzata da discontinuità.

Le piastrelle rettificate, grazie alla regolarità di bordi e angoli, possono essere posate con fughe di larghezza molto ridotta, anche inferiore ai 3mm. Il risultato visivo sarà dunque caratterizzato da maggiore continuità e omogeneità, caratteristica molto interessante non solo dal punto di vista estetico ma anche dal punto di vista pratico: i pavimenti con fughe ridotte sono più facili da igienizzare, aspetto particolarmente rilevante in ambienti come cucina e bagno, in case con giardini e terrazzi in cui c’è un regolare traffico tra interno ed esterno e in tutti quei luoghi – anche pubblici – che richiedono una pulizia accurata e rapida allo stesso tempo.

Un altro vantaggio è sicuramente l’assortimento esistente di finiture delle piastrelle rettificate: da quelle disegnate a quelle con effetto legno, pietra o cemento. Se dunque optiamo per questa tipologia di piastrella, non sarà un problema individuare un formato e un decoro adatto alle nostre esigenze.

Quando scegliere le piastrelle rettificate

Alla luce di queste caratteristiche funzionali, possiamo quindi affermare che la piastrella rettificata è la soluzione più indicata quando l’obiettivo è creare una superficie uniforme e continua, riducendo al minimo la visibilità delle fughe. Qualche esempio? Se scegliamo il gres porcellanato effetto legno, per riprodurre l’aspetto del parquet, avremo la necessità di ridurre al minimo le fughe, proprio perché il parquet vero e proprio non le presenta.

E questo vale ancora di più quando si utilizza un gres effetto cemento, oppure un gres effetto resina: in tal caso l’obiettivo è riprodurre l’aspetto di un materiale omogeneo e totalmente uniforme, che normalmente viene colato in forma liquida sulla superficie e poi lasciato asciugare. Di conseguenza sarà importante minimizzare le fughe per rendere ancora più autentico e coerente l’effetto finale. Lo stesso si può dire per il gres porcellanato effetto marmo, così come il gres effetto pietra.
La possibilità poi di utilizzare piastrelle rettificate di grande formato consente di ridurre non solo la dimensione ma anche il numero delle fughe: una soluzione perfetta, per esempio, per le pareti delle docce, dove le fughe costituiscono spesso un problema in quanto facilmente soggette a sporco o muffe.

Da un punto di vista stilistico, si può affermare che le fughe ridotte al minimo sono da preferire in tutti i casi in cui si voglia dare uno stile contemporaneo e sofisticato all’ambiente; al contrario, l’utilizzo di piastrelle di piccole dimensioni e la presenza di fughe visibili consentono di creare spazi dall’atmosfera più tradizionale e familiare.

La rettifica è una soluzione molto interessante non solo per il pavimento ma anche per le pareti: la tendenza di oggi vuole l’utilizzo di mattonelle decorate per ottenere un effetto “carta da parati”, oppure di piastrelle in gres porcellanato sottile da posare in continuità sia a pavimento che a rivestimento per ottenere un effetto resina: la possibilità di ridurre al minimo le fughe è cruciale per la buona riuscita di queste soluzioni di design.

Come avviene la posa delle piastrelle rettificate

Ciò che differenzia la posa delle piastrelle rettificate dalla posa delle mattonelle ordinarie è, dunque, proprio la gestione della fuga. Nel caso delle piastrelle rettificate, infatti, l’ampiezza della fuga può essere ridotta al minimo. Teoricamente, proprio in virtù della loro linearità le piastrelle rettificate potrebbero essere accostate senza fughe. Questa soluzione non è tuttavia praticabile, in quanto il pavimento risulterebbe troppo rigido e quindi soggetto a possibili crepe: gli edifici infatti subiscono movimenti di assestamento nel tempo, seppur minimi, ed eventuali impianti di riscaldamento a pavimento potrebbero sollecitare i materiali. In conclusione, possiamo affermare che le superfici piastrellate hanno bisogno delle fughe, che rendono elastico l’insieme e forniscono lo spazio necessario per assorbire questi movimenti, evitando che le piastrelle possano entrare in attrito tra loro e danneggiarsi. Quindi è consigliabile, anche nel caso di piastrelle rettificate, prevedere una fuga di circa 2mm. La maggiore regolarità delle piastrelle rettificate, non deve però indurci a pensare che la loro posa possa essere meno accurata: è fondamentale che la persona incaricata abbia a disposizione strumenti e competenze adeguate.

La superficie di posa deve essere pulita, omogenea e senza dislivelli. Sulla superficie da rivestire e sul retro delle piastrelle viene applicato il collante con una spatola dentata, quindi la piastrella viene fatta aderire alla superficie.

Man mano che vengono posate le mattonelle, vengono anche inseriti gli appositi distanziatori per creare la fuga, che sarà poi riempita con un apposito stucco. Naturalmente se l’obiettivo è avere una superficie continua e omogenea, lo stucco dovrà avere un colore il più vicino possibile a quello della piastrella. Ad esempio, per il gres porcellanato effetto parquet, sarà possibile utilizzare anche uno stucco nella tonalità dell’essenza di legno richiamata.

In conclusione, dunque, la piastrella rettificata è la scelta ideale se il nostro obiettivo è un pavimento – o un rivestimento a parete – con fughe ridotte al minimo, in favore di una maggiore continuità visiva. Questo è possibile grazie a un procedimento, la rettifica, che consiste nell’intervenire sui bordi della mattonella per renderli perfettamente perpendicolari e ottenere angoli perfettamente retti. Essendo più regolari, le mattonelle rettificate non hanno bisogno di ampie fughe per camuffare le irregolarità dei bordi, come avviene invece per le mattonelle non rettificate. Le fughe più piccole oltre a conferire una maggiore continuità al pavimento, lo rendono anche più facile da pulire, perché è proprio nelle fughe che si accumula lo sporco. Ecco perché sono un’opzione particolarmente interessante per ambienti come bagno e cucina, coniugando praticità e stile.